Fu così che su una rivista sportiva Siegel trovò l’ispirazione adatta: la foto di uno dei campioni NBA dell’epoca, Jerry West, immortalato durante un’azione di gioco, nello specifico mentre palleggiava verso il canestro. Per l’esperto di marketing era proprio quella l’immagine perfetta per lo stemma NBA, perché era semplice ma dinamica, in quanto la verticalità e la posizione del giocatore raffigurato conferivano al logo un senso di movimento.
La polemica sul logo NBA
Al commissario della lega Walter Kennedy l’idea di Siegel piacque sin da subito e così il logo NBA fu realizzato e fu ben presto un successo. Inizialmente nessuno si preoccupò di sapere chi fosse il giocatore raffigurato nello stemma, anche perché avrebbe potuto tranquillamente trattarsi di un cestista qualsiasi, o di un semplice disegno. Negli anni successivi, però, la questione della figura della NBA causò qualche problema: secondo Siegel, la dirigenza della lega non voleva rendere noto il nome del giocatore raffigurato nel simbolo per una questione economica nei confronti di Jerry West, ma anche per una questione “ideologica”. La loro intenzione, infatti, era quella di ottenere per la NBA un logo che potesse essere universale e, per raggiungere questo obiettivo, il simbolo non doveva essere associato ad alcun giocatore in particolare.
Jerry West, dal canto suo, ha sempre preferito tenersi al di fuori dalla polemica relativa allo stemma NBA perché la questione lo imbarazzava: non deve essere piacevole, in effetti, se la massima lega di pallacanestro si rifiuta di riconoscere di aver utilizzato la propria immagine per il simbolo ufficiale. Nella biografia intitolata “Jerry West: The Life and Legend of a Basketball Icon”, uscita nel 2010, l’autore Rolan Lazenby racconta che West una volta disse scherzosamente “Il logo sono io”. In tempi recenti qualcuno ha iniziato a sostenere che il logo andrebbe rivisitato e aggiornato, inserendo al posto della figura attuale quella di Michael Jordan, eventualità accolta positivamente da West che in questo modo si sarebbe finalmente tirato fuori dalla diatriba. Siegel, però, si è sempre opposto a questa idea perché convinto che il simbolo della NBA debba essere un’immagine classica e non quella di un giocatore moderno. Del resto, il logo NBA è ormai conosciuto in tutto il mondo e modificarlo proprio adesso potrebbe essere un azzardo e una mossa controproducente dal punto di vista commerciale.
Jerry West: storia di un mito del basket NBA
Che lo si riconosca o meno, che lui voglia o meno, sul logo NBA la sagoma disegnata è proprio quella di Jerry West. Al di là della posizione che il giocatore aveva nella foto e che si è rivelata perfetta per rappresentare la lega sportiva, obiettivamente sul logo del basket NBA in quel momento storico non poteva esserci che lui, in quanto è stato uno dei più grandi campioni dell’epoca.
Non a caso nel 1980 il suo nome è stato inserito nella Basketball Hall of Fame e la sua maglia, la numero 44, è stata ritirata dai Los Angeles Lakers, squadra NBA della quale è stato una vera e propria bandiera, considerando che è proprio lì che ha giocato per tutta la sua carriera da professionista, dal 1960 al 1974, nel ruolo di playmaker. Nonostante a lui si debbano i grandi risultati dei Lakers che rimasero sempre a vertici del campionato in quegli anni, in realtà Jerry West vinse con il team solo un campionato, nel 1972. In qualità di dirigente del team californiano, invece, ne ha vinti ben 7, nel periodo compreso tra il 1982 e il 2002. A livello internazionale, infine Jerry West vinse l’oro alle Olimpiadi di Roma nel 1960 e i Giochi Panamericani di Chicago nel 1959. Che sia stato un caso o meno, insomma, sul logo NBA ancora oggi sembra giusto che campeggi la figura di un giocatore che, di fatto, ne ha scritto la storia.