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La novità di Mico per il prossimo inverno è la calza da sci unisex
che completa la linea Warm Control del brand bresciano.
Questa calza presenta una struttura in maglia light di lana e
fibra Lycra. Questa costruzione garantisce massima sensibilità e
rappresenta la soluzione ideale da usare con scarponi termoformati.
La fascia elastica anti-torsione corre su tutto l’avampiede e abbraccia
la caviglia per una calzata stabilizzata. Infine, la cucitura piatta risulta
invisibile per un effetto anti-frizione.
UNDERWEAR WARM CONTROL DUALTECH MERINO-SILK SKINTECH
Il completo underwear sfrutta il potere isolante della natura e insieme
garantisce una gestione ad alta tecnologia del sudore. Questo grazie
alla naturalità della fibra di lana merino in blend con la seta pregiata
che si combina con la microfibra in polipropilene Dryarn dando vita
una struttura intelligente che aumenta la traspirabilità e il comfort
termico anche a basse temperature, senza rinunciare a morbidezza e
vestibilità. La tecnologia Seamless permette una perfetta mappatura
delle strutture in funzione delle esigenze di protezione delle varie
zone del corpo. Morbido, confortevole e ipoallergenico aderisce senza
costrizioni per creare un’efficace barriera contro il freddo mentre
le zone di traspirazione sono poste sotto le braccia, nella parte alta
della schiena, nella zona lombare e del cavo popliteo. La struttura
compatta sul busto e nella parte anteriore delle gambe garantisce un
fit performante, 100% Made in Italy.

Il brand francese, tra i leader produttori di attrezzatura per gli sport outdoor, sarà premium partner dei prossimi giochi. Salomon fornirà abbigliamento, calzature e accessori al Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali Milano-Cortina 2026. Lo hanno annunciato Salomon e la Fondazione Milano Cortina 2026. La partnership coprirà l’intero percorso che condurrà ai prossimi giochi a cinque cerchi.

Un punto di riferimento

Abbigliamento, calzature e accessori saranno forniti in dotazione da Salomon al personale tecnico, ai giudici di gara, ai volontari e allo staff coinvolto nel percorso della Torcia Olimpica e di quella Paralimpica. L’azienda di Annecy, da più di settantacinque anni un punto di riferimento per gli appassionati degli sport di montagna, rafforza ulteriormente la propria immagine ed entra ufficialmente a fare parte del mondo Olimpico e Paralimpico partendo dal progetto invernale di Milano Cortina 2026.

 

Mercoledì 20 settembre la Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità e in via definitiva il disegno di legge costituzionale per l’inserimento dello sport nella Costituzione italiana. L’articolo 33 sarà modificato introducendo il seguente nuovo comma.

“La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”.

“Lo sport in Costituzione rappresenta la prima tappa di un percorso che concentra, in poche parole, un significato profondo e un valore inestimabile, che possiamo sintetizzare nell’auspicio dello ‘sport per tutti e di tutti’, parte delle indispensabili ‘difese immunitarie sociali’ e importante contributo per migliorare la qualità della vita delle persone e delle comunità”, ha dichiarato in aula il ministro dello Sport, Andrea Abodi.

Partendo da questo riconoscimento, secondo Abodi, ora da un lato “sarà necessario promuovere questa riforma e dall’altro dovremo saperla interpretare e attuare, oltre che nobilitareNon basta una norma in Costituzione anche se è un passo molto importante, ma sarà fondamentale farla vivere nelle scelte di carattere politico e di governo, nazionale e sul territorio”. La genericità della frase, infatti, rende questo traguardo soprattutto simbolico, e non sono chiare al momento le possibili applicazioni di questo riconoscimento.

Secondo il costituzionalista Alfonso Celotto, professore di Diritto costituzionale all’Università Roma Tre interpellato da Pagella Politica, l’approvazione del disegno di legge potrebbe cambiare il ruolo che le istituzione pubbliche avranno nei confronti della promozione dello sport. “Lo Stato non dovrà solamente regolare l’attività sportiva, ma dovrà promuoverla attivamente valorizzando l’attività sportiva nelle scuole, assumendo per esempio nuovi insegnanti ed educatori in questo ambito”.

L’Italia è il decimo Paese dell’Unione Europea a garantire una forma di promozione dell’attività sportiva all’interno della Costituzione: gli altri sono Bulgaria, Croazia, Grecia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna e Ungheria.

Finora lo sport era citato in Costituzione solo all’articolo 117, in cui si dispone che l’ordinamento sportivo è una materia di competenza concorrente tra Stato e Regioni.

Cosa si deve fare quando si prende un’insolazione?
recarsi subito in un luogo fresco ed arieggiato. assumere posizione antishock (sdraiati supini, con le gambe leggermente sollevate per favorire il ritorno venoso al cuore) idratarsi abbondantemente con acqua naturale

“Oggi vi presenteremo le nostre strategie, i nuovi
prodotti, le campagne marketing, ma la cosa più
importante è che, dopo anni di meeting digitali, finalmente ci incontriamo di nuovo tutti insieme fisicamente”. Ha
esordito così Alberto Alessandroni – country manager di Saucony Italia per la parte performance – in occasione del primo
sales meeting su suolo italiano del brand americano che si è
tenuto lo scorso 28 maggio. Presenti in sala presso lo Hyatt Centric Milan Centrale di Milano 25 retailer specializzati running.
PERCHÉ MILANO – Il Gruppo Wolverine si sta allargando. Saucony manterrà la sede logistica a Montebelluna, in provincia di
Treviso, in Veneto, ma la parte commerciale, marketing e prodotto a luglio si trasferirà nel capoluogo lombardo. E lo farà insieme agli amici di Originals e ai colleghi di Merrell.
125 anni DI STORIA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA – Nel
2023 Saucony compie 125 anni. Nasceva nel 1898 in un sobborgo
di Boston, in Massachusetts, negli Stati Uniti e, grazie una missione segreta della NASA, le sue scarpe sono addirittura approdate sullo spazio. Nel 1983 il neozelandese Rod Dixon, con una
Saucony ai piedi, ha poi vinto la maratona di New York. Oggi la
Nixon Trainer è stata rilanciata dagli amici di Original che hanno dato nuova linfa a prodotti degli Anni ’80, aiutando il marchio a far crescere la propria brand awareness (oggi in Italia è
del 45%, ossia circa una persona su due conosce Saucony). Per
quanto riguarda invece le innovazioni più recenti e quindi più
familiari, abbiamo la Kinvara, fino ad arrivare nel 2020 all’inserimento in collezione della famiglia Endorphin Pro e Speed e nel
2023 dell’Elite, una scarpa con piastra in carbonio pensata per
andare veloce, già sold out su tutto il mercato italiano.
RUN SPECIALTY COMMITMENT – La parola inglese/americana
“commitment” significa “impegno”. “Dopo il Covid – ha spiegato
Alberto Alessandroni – c’è stata una forte ripresa con una crescita importante del mondo
del running. Ora, però, il boom ce l’abbiamo
alle spalle e ne siamo tutti ben consapevoli. In
quest’ottica, dobbiamo pensare al 2023 come
a un anno per ‘aggiustare le cose’, perché c’è
obiettivamente troppa merce sul mercato e noi
aziende, insieme a voi specialisti, dobbiamo
cercare di risolvere questo problema il prima
possibile”.
Trend positivi, comunque, ci sono: le competizioni stanno tornando a crescere e coloro che
hanno iniziato a correre durante la pandemia
sono quelli che ora magari si iscrivono alla Deejay Ten e faranno presto una mezza maratona. Gran parte delle persone che tre anni fa ha
comprato una scarpa da running per camminare, oggi è podista.

“Vogliamo celebrare i rapporti di lunga data”

Quelli con i rivenditori specializzati, partner di Saucony, dedicando loro una campagna marketing.
Ne ha parlato alla platea Veronica Calzamatta, marketing manager Italia per la parte performance

I
n occasione del sales meeting, Alberto Alessandroni ha parlato
di impegno che, lato marketing, Saucony aveva già preso dando
il via, qualche settimana prima, al suo primo Take Courage Tour
sulla penisola. Un evento itinerante che ha visto l’azienda occupata
per un mese in tutta Italia per rincontrare il
consumatore finale e capire meglio le sue
necessità e preferenze. Quasi 800 i runner
che hanno corso con Saucony testando le
scarpe, dodici invece i negozi specializzati coinvolti nell’attività sul campo. Si tratta
di una prima attivazione, lato retail, utile a
comprendere le esigenze specifiche dei riveditori specializzati, ma anche per capire
quali sono i punti di forza del brand e gli
aspetti invece da migliorare. La roadmap
prevede appuntamenti in calendario anche in fall ’23 e per tutta la durata del 2024.
Col proprio van brandizzato, Saucony andrà presso gli store per far
provare i propri modelli di scarpe da running, ma anche per condividere informazioni, idee e pensare a potenziali eventi da organizzare in collaborazione. L’evoluzione di questo progetto si chiama
Saucony Run Club e si tratta di un club non esclusivo, ma che vuole
inglobare quanti più runner possibile, abbracciando e supportando, laddove c’è già, la community locale, oppure sostenendo il rivenditore specializzato a crearne una da zero.
“Il nostro obiettivo non è parlare solo ai runner élite, ma coinvolgere
tutti gli ‘everyday active consumer’, ossia gli appassionati di sport
in generale”, ha dichiarato Veronica Calzamatta, marketing manager Italia per la parte performance, che ha illustrato nel dettaglio la
strategia per l’anno prossimo.
IL PROGRAMMA DI FORMAZIONE
Attraverso i propri Tech Rep, Saucony
attiverà un programma di formazione in
tutta Italia. Obiettivo: incontrare i negozi
specializzati per fornire loro un pacchetto dedicato di materiali e tutte le informazioni utili e necessarie per vendere al meglio i prodotti al consumatore finale.
RUN FOR GOOD
Responsabilità: si tratta di un concetto
che l’azienda sta portando avanti stagione dopo stagione. “Anche il marketing vuole lasciare il segno e lo
fa mettendoci un tocco grafico”, ha spiegato Veronica Calzamatta. “Il simbolo che si troverà su tutti i prodotti che hanno caratteristiche ecosostenibili include diverse immagini e valori: ci sono
la foglia, il runner e i tre puntini che simbolizzano la storicità del
nostro brand e, naturalmente, c’è anche il logo di Saucony”. Tutto sotto il cappello di “Run for good” che significa “correre per
il benessere”: personale ma anche, per chi sposa la causa, del nostro Pianeta.

Per la prima volta Saucony sponsorizza l’edizione del Dolomiti Extreme Trail.
La gara, a cui si lega per due anni, è un’occasione per festeggiare i 125 anni del brand e per aumentare
la sua awareness anche nell’off-road. Ce lo racconta Veronica Calzamatta, marketing manager
_ di cristina turini
Tra gli eventi organizzati quest’anno per celebrare i 125 anni
dell’azienda statunitense, spicca sicuramente la partnership
con il Dolomiti Extreme Trail, in val di Zoldo (BL) il 9-10-11 giugno 2023. Tra le manifestazioni di punta del panorama off-road,
questa decima edizione è anche una delle tre gare in Europa a far
parte del Saucony Project Peak, un circuito di sei gare distribuite in
tutto il mondo, in cui i vincitori assoluti della massima distanza potranno gareggiare il prossimo dicembre al Saucony El Cruce, una sfida sulle Ande
tra Cile e Argentina. Un progetto importante, come
ulteriore passo avanti per affermarsi nella disciplina mettendo le basi per creare il team ambassador
dedicato, che possa diffondere anche tra i sentieri
di montagna i valori che contraddistinguono il marchio. Intervista a Veronica Calzamatta.
Quanto è importante per voi essere title sponsor
della DXT per affermarvi come brand nel segmento del trail running? Perché avete scelto questa
manifestazione?
Il trail running è una disciplina che abbiamo sempre sostenuto e che negli ultimi anni sta riscuotendo sempre più successo. La possibilità di riconnettersi con la natura, goderne sia da un punto di vista fisico che mentale, migliorando
la propria forma fisica e mettendosi alla prova con percorsi sempre
più difficili, è una pratica molto ricercata, soprattutto di questi tempi. DXT rappresenta in pieno questi valori e per questo siamo molto
felici di poter accostare il nostro nome a un evento così importante
nel panorama nazionale delle gare in montagna. Si tratta di una
manifestazione ben organizzata, giunta in questo 2023 alla decima
edizione, che si svolge nella splendida cornice delle Dolomiti e che
grazie alle diverse distanze previste (sono ben sei), si rivolge ad un
pubblico ampio e vario accomunato da un’unica grande passione:
la corsa all’aperto su sentieri off-road.
Quest’anno Saucony compie 125 anni. Sarà il DXT un’occasione per festeggiare? Prevedete attività speciali durante i giorni dell’evento?
Esatto, sono 125 anni che la passione per la corsa e i benefici che ne
derivano sono pilastri fondamentali per Saucony. DXT sarà un’ulteriore occasione nel corso dell’anno per festeggiare questo importante traguardo e far conoscere a tutta la running community le
nostre calzature di punta. Durante i tre giorni dell’evento avremo
a disposizione un try on dedicato con focus sui principali modelli
trail e daremo modo a tutti i partecipanti di interagire con il nostro
team tecnico.
DXT è una delle tre gare europee entrata a fa parte del Saucony
Project Peak. In cosa consiste questo progetto?
Project Peak è un progetto mondiale che Saucony attiva per la prima volta quest’anno. Si tratta di un circuito di sei gare distribuite
in tutto il mondo, di cui solo tre in Europa, in cui i vincitori assoluti
della massima distanza (103 km per DXT) avranno a disposizione un
pacchetto completo per gareggiare il prossimo dicembre al Saucony
El Cruce, una sfida sulle Ande tra Cile e Argentina, una full immersion nella natura sudamericana, tre giornate a stretto contatto con
la montagna per riuscire a percorrere 100 km. Project Peak debutterà
proprio in Italia con DXT i prossimi 09/10/11 giugno 2023.
Nel villaggio gara coinvolgerete anche un negozio
specializzato per la prova prodotti o procederete in
autonomia con i vostri tech rep?
Durante i tre giorni di manifestazione ci saranno
i nostri tech rep italiani e tedeschi a disposizione
per far testare a tutti i runner che lo desiderano le
novità prodotto per quanto riguarda il segmento
trail: ci saranno in prova le nuove Peregrine 13, le
Xodus Ultra 2 e le Endorphin Edge, dotate di piastra
in carbonio appositamente studiata per i percorsi
in montagna. Avremo anche qualche modello road
(come la nuovissima Endorphin Elite) per chi volesse conoscere anche altre proposte della nostra
gamma di scarpe running.
Avete un team ambassador/atleti dedicato al trail running o avete intenzione di costituirlo?
Attualmente l’unico team atleti di Saucony è basato negli Stati Uniti.
Tuttavia, anche a livello europeo stiamo ponendo delle basi solide
per costruire un gruppo ambassador forte e duraturo. Eventi come
DXT ci permettono di entrare a contatto con il target giusto per raggiungere questo obiettivo e ci danno la possibilità di far conoscere
il brand e i valori che ci contraddistinguono e che inevitabilmente
vorremmo che i nostri ambassador rappresentassero.
Alcuni competitor sono entrati recentemente in questo mercato con
l’abbigliamento oltre alle scarpe. State pensando di fare altrettanto?
Sì, il nostro team prodotto negli Stati Uniti sta lavorando per confezionare una collezione di abbigliamento Saucony che sia performante, in linea con la domanda del consumatore e che si ispiri ai
nostri iconici modelli di calzature (collezione apparel Peregrine,
per citarne una).

 

 

Con le frontali sulla testa e carichi di entusiasmo, anche quest’anno sono stati tantissimi (5mila) i runner
che hanno corso la settima edizione di Venice Night Trail. La gara si inserisce strategicamente nel piano
di comunicazione e marketing dell’azienda. Intervista a Paola Gazzola, responsabile PR e digital communication

_di tatiana bertera

Dopo cinque edizioni in qualità di title sponsor, CMP è più che
soddisfatta dei risultati ottenuti e si dice pronta a dare il suo
sostegno al trail notturno di 16 chilometri e 51 ponti (organizzato da Venicemarathon) anche nel 2024. L’evento ha fatto registrare
l’ennesimo, grandissimo successo di partecipanti, con 5.000
atleti al via, fra cui moltissimi stranieri.
Il plauso di Running Magazine, presente al via e lungo
il tracciato di gara, va certamente all’atleta di casa
Nicolò Petrin, che ha firmato il miglior crono di
sempre chiudendo i 16 chilometri e 51 ponti in
59’22”, e a Silvia Sangalli, che ha stoppato il crono a 1h11’28”. Ma anche ai tantissimi volontari
(circa 250) che hanno contribuito alla buona riuscita dell’evento. I vincitori sono stati premiati da
Paola Gazzola e Nicolò Rossignoli di CMP, che
“corre” insieme al trail veneziano da ben cinque anni, con i rappresentanti di Venicemarathon
Piero Rosa Salva, Stefano Fornasier e Lorenzo Cortesi.
Al termine abbiamo intervistato proprio Paola Gazzola,
responsabile PR e digital communication.
È nei progetti di CMP sostenere la Venice Night Trail anche nel 2024?
Sì certamente, per noi la continuità è un fattore importante quando
prendiamo la decisione di esporci e di sostenere un evento. Questo
permette a entrambe le parti coinvolte di costruire un progetto di
maggiore struttura e contenuto. Inoltre questa continuità ha già
dato esiti positivi e risultati importanti nelle edizioni passate, quindi siamo molto soddisfatti e orgogliosi di continuare a ricoprire
questo ruolo.
Come mai la scelta strategica di rivolgere la vostra attenzione a
questa gara?
Venice Night Trail è un evento unico nel suo genere, non convenzionale in quanto è un trail urbano e inclusivo perché si rivolge sia a
runner esperti, sia a chi vuole vivere l’esperienza di una corsa in una
delle città più magiche d’Italia. Per un’azienda veneta come appunto
CMP è molto importante sostenere il territorio. Vestire i volontari è
sempre un onore e un piacere in quanto sappiamo bene quanto siano fondamentali nella realizzazione di grandi eventi come questo.
Inoltre abbiamo l’occasione di mettere le nostre competenze tecniche al servizio dei runner realizzando la t-shirt di gara per tutti i
partecipanti.
Qual è l’identikit del trail runner che veste CMP?
È un runner che corre per passione, che vive il piacere della corsa
come immersione nella natura e nel paesaggio che questa disciplina
lo porta a scoprire. CMP è un brand più competente che competitivo,
nel senso che per noi il trail non è solo pura competizione, ma anche e soprattutto l’occasione per vivere un’esperienza da ricordare.
Chi corre con CMP lo fa per provare nuove emozioni, per crescere
nello sport e ottenere le sue personali vittorie.
Quale è, più in generale, la strategia di CMP per quanto riguarda le
sponsorizzazioni? Qual è la vision?
Siamo da anni al fianco di numerose iniziative che scegliamo e valutiamo di volta in volta tenendo in considerazioni più fattori. Questo approccio ci permette
di sostenere eventi o realtà che hanno in comune
tra loro valori come la passione per lo sport, la
condivisione, l’inclusione, lo sport senza barriere, la vicinanza al territorio. E che hanno riscontri sociali: come per esempio la Smile Run di Padova, la 177k o gli atleti di Brainpower. Oltre a
questo, vestiamo i maestri di Sci dell’Alta Badia,
le Guide Alpine di Madonna di Campiglio, siamo
sponsor della FIS Ski Cross World Cup e della Coppa del Mondo di Sci di Fondo, e di eventi per i più piccoli come Week 4 Kids. Per noi il migliore strumento di
comunicazione è far parlare i nostri prodotti durante
queste occasioni grazie a chi vi partecipa.
Avete altre strategie per aumentare la visibilità del brand?
Oltre ai classici strumenti e canali di comunicazione, digitali e non,
collaboriamo con i nostri partner, che diventano un vero asset di
comunicazione per noi, come noi per loro. Cerchiamo inoltre di valorizzare e potenziare il numero dei nostri ambassador, con l’obiettivo
di coinvolgerli sempre di più nelle varie attività ed esperienze. Tutto
ciò al fine di rendere CMP un love brand: a Venezia, infatti, abbiamo voluto includere alla nostra già affezionata community

Trail running VS Trekking: sono uguali?

Le differenze tra i due tipi di scarpa sono diverse perché diversi sono gli obiettivi delle due attività:

  • Il Trail Running prevede movimenti agili, veloci e scattanti in terreni difficili (anche se non tutti i terreni di montagna sono uguali!) ed è quindi necessaria una scarpa leggera, che non appesantisca il corpo durante la corsa, ma anche protettiva, per evitare urti e danni provocati da rocce, cespugli o altri pericoli.
  • Il Trekking prevede movimenti più lenti, come la camminata lungo sentieri a volte già segnalati e praticabili. In questo caso è più facile prevedere il rischio perchè si avanza lentamente. Le scarpe, in questo caso, devono proteggere il piede e accompagnarlo in modo confortevole durante il tragitto, che si sviluppa per sentieri lunghi e di differente difficoltà.

Indossare una scarpa da trekking per praticare trail running potrebbe aumentare e anticipare il senso di stanchezza o causare dolore del piede, perché si tratta di una calzatura meno flessibile e adattabile ai movimenti del piede e degli arti.

Per quanto riguarda i materiali, quando si necessita di una scarpa impermeabile, per entrambe le attività consigliamo il Gore-tex, il tessuto sintetico e impermeabile che permette al piede di traspirare, senza bagnarsi e senza appesantirsi.
Non meno importante è il materiale della suola che deve proteggere la pianta del piede, ma soprattutto garantire la giusta aderenza al terreno che troviamo nella nostra attività outdoor. Il più conosciuto e in continua evoluzione è la gomma sviluppata da Vibram, Salomon applica alle sue calzature il materiale di ContaGrip e una novità affacciatasi un questo mondo è la suola ideata e prodotta da Michelin.

Insomma, la ricerca e le novità non si fermano certo qui! Continueremo a studiare e analizzare per voi quello che nel panorama dell’outdoor si presenterà!

Se prevedi di iniziare la tua escursione con una camminata e poi terminarla con una corsa per i sentieri, allora puoi indossare le scarpe da trekking e portare con te, in uno zaino delle giuste dimensioni, un paio di scarpe trail running di riserva che indosserai al momento opportuno, magari scegliendo il modello più leggero e veloce che hai nel tuo armadio!

La membrana GORE-TEX fa parte della famiglia di prodotti Gore ed è progettata per fornire prestazioni superiori in un’ampia gamma di applicazioni. I prodotti GORE-TEX si basano su una triplice difesa per proteggere dalle condizioni atmosferiche garantendo il comfort in situazioni di clima estremo: impermeabilità, resistenza al vento e traspirabilità.

La membrana GORE-TEX è uno strato estremamente sottile di politetrafluoroetilene espanso (ePTFE) composto da oltre 1,4 miliardi di pori per centimetro quadrato, unito a un tessuto esterno e, in molti casi, a una fodera. Pur essendo resistente all’acqua e al vento, è traspirante. Pertanto l’acqua dall’esterno e il vento freddo non riescono a penetrare, ma il sudore può fuoriuscire.

QUALI SONO I VANTAGGI DEI PRODOTTI GORE-TEX?

Le tecnologie dei prodotti GORE-TEX danno diversi vantaggi all’abbigliamento e alle calzature:

Gore Tex

Impermeabilizzazione durevole: i pori della membrana GORE-TEX sono 20.000 volte più piccoli di una goccia d’acqua, per questo è completamente impermeabile. Chi la indossa è quindi protetto dalle intemperie.
Traspirabilità: i pori GORE-TEX sono anche 700 volte più grandi di una molecola di vapore acqueo, quindi il sudore può fuoriuscire facilmente dall’indumento, soprattutto durante uno sforzo fisico intenso.
Resistenza al vento: grazie alla sua struttura, la membrana GORE-TEX protegge anche dal vento e limita quindi il raffreddamento (quando il vento freddo soffia attraverso l’indumento, privando il corpo del calore creato dalla pelle).

L’agility dog è uno sport che si può svolgere a livello amatoriale o professionistico e che consente al cane, sotto la guida del padrone, di affermare e perfezionare le proprie abilità prestazionali. Si tratta di un’opportunità, in altre parole, per praticare degli esercizi atletici insieme al proprio peloso. Lo scopo dell’agility dog non è, infatti, “far lavorare” il proprio cane, ma farlo divertire in compagnia del padrone.

Prima di addentrarci nel dettaglio alla scoperta dell’Agility Dog diamo alcuni accenni su come sia nata questa disciplina cinofila. L’Agility Dog è nato nel Regno Unito verso la fine degli anni ‘70. La prima manifestazione documentata di Agility risale nel 1978 in occasione della Expo Crufts. In quell’occasione questa disciplina venne proposta come occasione di intrattenimento unito a degli esercizi di obbedienza canina. L’Agility si diffuse ben presto nel giro di pochi anni in tutto il mondo. Nel 1979 viene effettuata la prima competizione a livello agonistico inoltre proprio negli anni a cavallo tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni 80 diversi centri cinofili del Regno Unito e non solo iniziano a proporre questa disciplina agli appassionati.

Sebbene all’inizio fosse qualcosa di sperimentale, fatto semplicemente per puro intrattenimento, in quanto i cani “non sapevano” cosa dovevano fare nello specifico, da allora l’agility dog ebbe comunque un successo planetario. A partire dalla Gran Bretagna, si diffuse dapprima in altri Paesi anglosassoni, come l’Australia, per poi diffondersi in Francia, in Europa, negli Stati Uniti e in tutto il mondo.

In Italia l’Agility Dog fa la sua comparsa nel 1988, tuttavia per vedere la sua presentazione ufficiale dovremo attendere l’anno successivo e precisamente nel 1989 con la prima gara ufficiale a Torino. Già nel 1990 l’ENCI stila la prima bozza di regolamento che nel 1991 viene uniformata a quella di FCI. Da lì in poi la sua diffusione sarà capillare fino a diventare la disciplina che abbiamo imparato a conoscere e ad amare fino ai giorni nostri.

Torniamo a noi. In cosa consiste l’Agility Dog? Cosa rende questa disciplina cinofila unica nel suo genere? Ci sono razze di cani più adatte delle altre? Quali sono i benefici per il tuo amico a quattro zampe? Cerchiamo insieme di rispondere a tutte queste domande.

L’Agility Dog consiste in un percorso dalla lunghezza tra i 100 e i 200 metri circa. Ogni percorso comprende dai 12 a 20 ostacoli. Ultimo ma non meno importante il livello sulla quale si svolge la gara che dovrà essere di un minimo di 30 x 40 metri che non dovranno essere rischiosi né per il cane né per il suo proprietario. Inutile dire che più un percorso è difficile più il livello della gara è elevato.

I brevetti e le categorie

Nell’ Agllity Dog sono previsti quattro livelli da quello più elementare a quello più difficile che vengono qui chiamati brevetti. Nello specifico sono il livello debuttanti, agility 1, agility 2 e agility 3. Per quanto riguarda la categoria invece sono tre distinte in base alle dimensioni del cane e nello specifico all’altezza del garrese vale a dire la parte finale del collo. Vediamoli nel dettaglio:

  • Small (S), per i cani di altezza al garrese inferiore o uguale a 35 cm
  • Medium (M), per i cani di altezza compresa tra i 35 e i 43 cm al garrese
  • Large (L), per tutti gli altri cani vale a dire di altezza al garrese dai 43 cm in poi

Per il cane è possibile gareggiare soltanto una volta raggiunti i 18 mesi. Fondamentale e imprescindibile il possesso del microchip e che siano correttamente vaccinati e che non presentino eventuali ferite o patologie. Per quanto riguarda il vaccino è fondamentale che sia vaccinato contro la rabbia. Infine per quanto riguarda le femmine non devono essere in periodo di gestazione.

Ora un’importante premessa, tutti i cani possono fare Agility, tuttavia ci sono alcune razze che sono più adatte di altre. Nello specifico ci riferiamo a razze canine particolarmente scattanti e instancabili come ad esempio i cani da Pastore, il Border Collie, il Golden Retriever, il Barbone, il Jack Russell Terrier, il Fox Terrier e tanti altri.

Per iniziare agility dog si consiglia sempre di cominciare l’addeestramento quando il cane è ancora un cucciolo, possibilmente intorno al quarto mese di età, attraverso giochi dove è sempre il padrone a comandare e il puppy ad obbedire. Insegnare questo sport ha un cane adulto è possibile, bisogna solo avere più tempo e tenacia, ma i risultati si ottengono lo stesso senza troppi problemi.

premi e il contatto fisico sono elementi fondamentali per la buona riuscita. Parlare al cane è altrettanto importante. All’inizio non comprenderà le parole, ma nel giro di poche lezioni assocerà quel determinato suono a quel determinato comando e senza neanche accorgergene lo vedremo spiccare i primi salti tra gli ostacoli.

I giochi andranno sempre crescendo, partendo da quelli basi fino ad arrivare a quelli sempre più complessi.

L’importante è non trascurare mai quelli acquisiti, ma riproporli volta per volta per farli memorizzare bene.

Addestratori internazionali riescono a far fare tutto il percorso stando addirittura fermi e lanciando i comandi con la sola voce.

Per chi è alle prime armi non deve sicuramente scoraggiarsi, ma dedicare all’inizio anche solo 10 minuti al giorno al proprio animale per insegnarli quei comandi base che poi serviranno durante le gare.

Generalmente i tempi di concentrazione non superano i 15 minuti, quindi lezioni lunghe e faticose portano l’animale a stressarsi e a vedere la lezione come qualcosa di noioso e non più come un gioco

Ecco quindi il segreto per inizare agility dog con il piedi e la zampa giusta: trasmettere al proprio cucciolo divertimento e felicità, imponendosi ma sempre in modo divertente e giocoso, perché lo sport, prima di tutto, deve essere un momento di felicità e svago.