CERCA
0

Il 2022 è stato un anno di scompiglio per tutti e in tutti i settori. Il conflitto in Ucraina si è aggiunto ad un contesto già difficile dal punto di vista economico e sociale, dando vita ad urgenze umanitarie ed industriali. Uno scenario macroeconomico in sofferenza che si riflette anche su un settore, quello della cosmetica, che pur essendo stato duramente colpito dalla crisi energetica e delle materie prime è comunque riuscito non solo a rimanere in piedi, ma persino a registrare un andamento stabile. E questo, bisogna riconoscerlo, grazie anche agli aiuti governativi che ci hanno dato sollievo nonostante i margini non resteranno per lo più gli stessi degli anni precedenti in quanto le nostre aziende hanno assorbito una buona parte del processo inflattivo.

Il 2022 è stato, al di là dei margini, un anno insolito: sono cresciuti l’export, e allo stesso tempo il mercato interno. La cosmetica ha rialzato la testa rispetto ai primi tempi della pandemia dove lockdown e mascherine hanno lasciato il segno: è la conferma della nostra solidità e resilienza.

Inflazione nemica numero uno

L’Istat ed i principali osservatori economici ci riportano dati che vedono una stima di crescita del PIL del nostro Paese attorno al 4% per il 2022 e solo del +0,4% per il prossimo anno. Ma se la previsione per il settore della manifattura è quella di chiudere l’anno con una crescita, la nota dolente resta l’inflazione all’12,5% (IPCA), e non possiamo non tenerne conto.

Le aziende sanno che questo fattore gioca un ruolo chiave nel nostro settore, insieme alla conseguente diminuzione del potere d’acquisto, che ha infatti spinto i cittadini a rivedere la loro lista della spesa in base alle esigenze più stringenti. In questo senso abbiamo visto crescere il settore più strettamente legato all’igiene della casa e della persona, dovuto anche al ruolo fondamentale nella vita quotidiana ed ai periodi di emergenza sanitaria che abbiamo vissuto che ne hanno messo in luce l’importanza.

Da solo venerdì a intera settimana: che cos’è il Black Friday? Da dove viene l’usanza e qual è la sua origine? Perché deve per forza essere nero?

Come è accaduto anche l’anno scorso, a causa della pandemia da CoViD-19, anche il Black Friday si è adeguato e si svolge quasi esclusivamente online. Quest’anno il giorno fatidico sarebbe il 26 novembre, ma, a dire il vero, gli sconti a portata di smarthpone sono già partiti: da tempo, infatti, il Black Friday si è trasformato in tutto il mondo nella settimana del Black Friday.

MADE IN USA. La tradizione americana vuole che questo venerdì così particolare arrivi all’indomani del Giorno del Ringraziamento (Thanksgiving Day), festa che negli USA si celebra il quarto giovedì di novembre. La sua oriigne è fatta risalire al 1621, quando nella città di Plymouth, nel Massachusetts, i padri pellegrini si riunirono per ringraziare Dio del buon raccolto. Quasi quattro secoli dopo, negli anni Sessanta, i negozianti presero l’abitudine di proporre sconti speciali per incentivare lo shopping e dare il via alle spese natalizie.

PERCHÉ NERO? La traduzione in italiano ha un significato del tutto diverso, ed ecco perché non si usa “venerdì nero”, ma quanto al black è così perché all’epoca i registri contabili dei negozianti si compilavano a penna, usando inchiostro rosso per i conti in perdita e nero per i conti in attivo. E nel venerdì dopo il Ringraziamento, grazie alle promozioni, i conti finivano sempre decisamente in nero.

beach tennis moderno fonda le sue radici intorno agli anni 70, sulle spiagge delle coste italiane. Si cominciò con il gioco dei racchettoni sulla spiaggia, da tutti ben conosciuto, ovviamente senza regole alcune ne tanto meno campi delimitati da righe e/o reti.

Le regole, a meno di piccole variazioni, sono quelle del tennis, compreso il punteggio, ma si gioca solo al volo e questo lo rende più simile al beach volley.

In Italia è sopra tutto molto popolare su tutta la costa romagnola dove nasce e nel lazio . Nel mondo riscontra il più grande successo in Brasile !

 

Di questi tempi, raccontare storie 
tutte italiane di grande successo nell’ urbanwear è sempre più raro. In questo caso ci troviamo di fronte a un altro fenomeno ‘made in Emilia Romagna’ capace di contaminare il mercato con creatività e colore e, nel giro di un anno e mezzo, raggiungere quasi 200 negozi. Il ‘deus ex machina’ si chiama Nicola Masino, fondatore del brand Lab84, esploso nell’estate 2014 con una linea di costumi da bagno, vero best-seller, seguito a pochi mesi di distanza da Catfish, un brand di calze stampate 
che è diventato anch’esso un successo fulminante.


Abbiamo incontrato Nicola per farci raccontare la sua storie e gli sviluppi di questi giovani ma fortissimi brand.
Ciao Nicola, raccontami la nascita di Lab84. Come è nata l’idea di dar vita a questa linea?


Ciao marco. Lab84 è uscito sul mercato nel 2013. E’ una linea fresca, giovane e soprattutto molto economica se pensiamo che è tutto made in Italy. Abbiamo pensato di partire con il pantaloncino, nostro primo articolo, nel momento in cui ci siamo resi conto che tutto il beachwear mondiale ruotava attorno a marchi dai prezzi altissimi e prodotti ormai troppo omogenei. Inoltre a livello nazionale la strada era più semplice in quanto in Italia non esistono veri e propri marchi di beachwear. La nostra scelta 
è stata quella di mettere sul mercato 
un prodotto economico ma allo stesso tempo con una qualità molto alta. Da 
qui è nato il primo pacchetto, un solo modello in otto varianti colore.

Per quanto riguarda il segreto del nostro costume, un vero e proprio segreto
 non c’è. Diciamo che il tessuto è un polycotton siliconato che dà modo 
alla pelle di respirare, di non sudare e soprattutto è pratico per chi frequenta spesso il mare grazie al fatto che la sabbia non rimane incastrata tra le fibre del pantaloncino.
Come si svilupperà il progetto Lab84? So che non si tratta più solo di costumi da bagno ma di una vera linea streetwear. 

Lab84 come già detto è nata coi pantaloncini. La consacrazione è avvenuta con l’estate del 2014. Non vorremmo che il consumatore finale o gli shop nostri clienti intendano Lab84 come marchio puramente beachwear. Abbiamo ampliato la collezione costruendo un vero e proprio total look per fare in modo di essere competitivi e appetibili anche nella stagione invernale, riuscendo a vestire completamente il nostro cliente tipo,dalla testa ai piedi.

 

il punto di forza nonché core business 
della nostra azienda è indiscutibilmente il pantaloncino. inizialmente lo trovavo un limite, ma poi ci siamo resi conto che grazie allo short e a tutti i suoi sviluppi (nel 2015 vantavamo 180 varianti modello/colore) abbiamo ora la potenzialità economica di poter sviluppare la nostra linea. se fossi un commerciante sceglierei Lab84 perchè è un brand giovane e fresco, sempre al passo con le tendenze del momento, con prezzi molto vantaggiosi considerato che
è un made in Italy… altro buon motivo per sceglierlo!

Padel o beach tennis? Differenze, regole, benefici

Il boom del padel, sport che abbina divertimento e socializzazione, conferma la sempre più crescente voglia divertirsi con la racchetta in mano. All’aperto o indoor, tutte queste attività portano benefici fisici e mentali. Comunemente pensati come simili, padel tennis e beach tennis sono varianti ben distinte. Perché giocare a padel e perché giocare a beach tennis? Rispondiamo alla domanda passando al setaccio analogie, differenze, vantaggi e svantaggi.

 

Padel vs beach tennis: superfici e attrezzature

Padel tennis e beach tennis sono adatti a tutti, ma permettono di scegliere in base ai gusti. Le differenze possono indirizzare la scelta tra diventare giocatori di padel o di beach tennis. Una cosa non esclude l’altra, ma è meglio conoscere le peculiarità di ciascuno per capire dove indirizzarsi. La prima differenza riguarda il campo:

 

Campo da beach tennis

Il campo da beach tennis deve avere questi requisiti:

· Rettangolo lungo 16 metri e largo 8 metri per le gare di doppio. Largo 4,5 m per le gare di singolare

· Il campo è diviso da una rete sospesa a una corda o cavo metallico, che passa al di sopra o è attaccata a due pali, ad altezza minima di 1,70 metri

· Le linee del campo sono larghe da 2,5 cm a 5 cm, eccetto le linee di fondo che possono essere larghe fino a 10 cm

· La superficie di gioco è formata da sabbia livellata, piana e uniforme per quanto possibile, senza sassi, conchiglie o altri oggetti irregolari. Non deve costituire alcun pericolo di danno per i giocatori

 

Campo da padel

I campi di padel devono invece rispettare questi parametri:

· Rettangolo lungo 20 metri e largo 10 metri (misure interne), con una tolleranza dello 0,5%

· Il rettangolo è diviso a metà da una rete, a entrambi i lati della quale, parallele ad essa e a una distanza di 6,95 metri, sono tracciate le due linee di battuta

· La rete ha una lunghezza di 10 metri e un’altezza di 88 centimetri al centro e 92 centimetri alle estremità, con una tolleranza massima di 0,5 centimetri

· Tutte le linee sono larghe 5 cm

· Il campo è recintato per tutta la sua estensione. Nella recinzione si combinano zone costruite con materiali che consentono un rimbalzo regolare della palla e zone di rete metallica dove il rimbalzo è irregolare

· La superficie del campo può essere di conglomerato poroso, di cemento, di materiali sintetici o di erba artificiale, purché il materiale consenta il rimbalzo ed eviti il ristagno dell’acqua. Il colore deve essere verde, azzurro o terracotta, o loro varianti di tono, e deve essere diverso dal colore delle pareti. Il colore nero è accettabile solo in impianti al chiuso

 

Palle di gioco

Come visto padel e beach tennis presentano differenze già nelle misure del terreno di gioco. Per quanto riguarda l’attrezzatura di gioco, invece, queste sono le regole per le palle da beach tennis:

La palla può avere colore arancio e giallo o giallo con un bollo arancio

Deve avere un diametro compreso tra 6 e 6,86 centimetri

La palla deve avere un peso compreso tra 36 e 46,9 grammi

Per le palle da padel, queste devono avere:

Una sfera di gomma con superficie esterna di colore bianco o giallo

Il diametro varia tra 6,35 e 6,77 cm

Il peso varia tra 56,0 e 59,4 grammi

Il rimbalzo deve essere compreso tra 135 e 145 centimetri, se lasciata cadere su una superficie dura da 2,54 m

 

Racchette da padel e da beach tennis

Racchette da padel e da beach tennis? Occhio alle differenze. La racchetta beach tennis da utilizzare in competizioni ha:

La superficie di battuta non può superare 30 cm in lunghezza e 26 cm in larghezza

La racchetta non deve superare la lunghezza di 50 cm, dall’inizio del manico al termine della testa. La testa non deve superare in larghezza 26 cm

Lo spessore tra le due superfici d’impatto deve essere costante e non deve superare 38 mm

Fori maggiori di 13 mm di diametro non possono estendersi oltre i 40 mm dal bordo della racchetta

Una racchetta da padel omologata per giocare, invece, presenta queste caratteristiche:

Si compone di due parti: testa e manico. Il manico ha misure massime di 20 cm (lunghezza) e 5 cm (larghezza). La testa ha lunghezza variabile. La sua larghezza massima è di 26 cm e lo spessore massimo di 3,8 cm

La superficie della battuta è forata da un numero indefinito di buchi circolari con diametro da 9 a 13 mm ciascuno

La superficie di battuta, uguale nei due lati, deve essere piana, liscia o rugosa

La racchetta deve avere una corda o cavo non elastico che la unisca al polso del giocatore come protezione per incidenti

 

Beach tennis o padel? Regole da memorizzare

Ripassati i principi basilari dei due sport, è giunta l’ora di rispondere alla fatidica domanda: come si gioca a padel tennis? Come si gioca a beach tennis? Le regole padel più importanti da conoscere riguardano battuta, risposta e punteggi. Per quanto riguarda la battuta, il battitore padel:

· Per effettuarla, deve far rimbalzare la palla sul terreno dell’area di battuta in cui si trova

· Non deve toccare con i piedi la linea di battuta

· Deve far passare la palla sopra la rete, nel riquadro di battuta opposto diagonalmente nell’altro lato del campo, facendo sì che il primo rimbalzo avvenga entro le linee che lo delimitano

Qui le differenze tra padel e beach tennis sono notevoli. Nel beach tennis, infatti:

· Il battitore deve lanciare la palla con la mano in qualsiasi direzione e colpirla con la racchetta prima che tocchi il suolo

· Durante l’esecuzione della battuta, il battitore può stare in qualunque punto dietro la linea di fondo

Come visto, insomma, due sono le distinzioni: nel padel la palla deve toccare il suolo prima di essere battuta, mentre nel beach tennis va colpita al volo. Inoltre nel primo caso la battuta va eseguita in diagonale (da destra verso sinistra o viceversa), mentre nel beach tennis non esistono regole in tal senso. Per quanto concerne la ribattuta, invece, nel padel è obbligatorio che la palla effettui il primo rimbalzo nella metà di campo opposta e chi ribatte non può farla rimbalzare una seconda volta. Nel beach tennis, invece, la ribattuta può avvenire anche prima del primo rimbalzo.