La storia del Cammino di Santiago è molto curiosa…
Il Cammino include una serie di percorsi che si sviluppano principalmente in Spagna e Portogallo e hanno come meta finale la città di Santiago di Compostella, dove si venerano le reliquie dell’apostolo Giacomo il Maggiore.
Giacomo il Maggiore fu uno dei dodici apostoli; nacque probabilmente in Galilea, a Betsaida e morì per mano di Erode Agrippa I a Gerusalemme in un’età compresa tra i 41 e 44 anni.
In alcuni vangeli apocrifi (tra questi la Dormizione di Maria,..), si narra che Maria stessa abbia chiesto a Dio, di essere circondata dagli apostoli nel momento della sua morte. Dio concede che il suo desiderio sia realizzato e le permette di apparire agli apostoli sparsi per il mondo; a Giacomo Maria apparve sopra una colonna a Saragozza (attualmente venerata nella Basilica di Nostra Signora del Pilar) e lo portò a percorrere tutto il viaggio di ritorno fino a Gerusalemme per incontrarla.
Lì trovò la morte come martire.
Nella Bibbia si narra che Giacomo era figlio di Zebedeo e aveva un fratello chiamato Giovanni (costui anche sarebbe stato uno dei 12 apostoli). Secondo la tradizione medievale, dopo la Pentecoste (33 d.C.), quando gli apostoli furono inviati a predicare il Vangelo per il mondo, Santiago attraversò il mar Mediterraneo e sbarcò nella Penisola Iberica.
In passato si affermò che i resti trovati a Santiago, agli inizi del nono secolo, appartenevano all’apostolo Santigo, però per mancanza di un’analisi diretta di questi resti potrebbero essere del vescovo Priscillano o qualche altro personaggio importante dell’epoca romana.
La leggenda vuole che i suoi discepoli abbiano riportato il corpo attraverso il mar Mediterraneo e costeggiando la parte atlantica, fino in Galizia, lo seppellirono nell’Iria Flavia (città della Coruña, in Galizia), dove il vescovo Teodomiro lo trovò nel IX secolo.
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Origine della città di Santiago di Compostela
La traduzione di “Giacomo il Maggiore” deriva dal nome spagnolo di Santiago el Mayor; ecco spiegato da dove si origina la parola Santiago, ma Compostela? Ecco le ipotesi…
Nell’anno 813 d.C. circa, un eremita cristiano, chiamato Paio (Pelayo), disse al vescovo che aveva visto delle luci sopra un monte disabitato. Andarono a vedere e trovarono una tomba, probabilmente di origine romana, con dentro un corpo decapitato con la testa sotto il braccio.
Il re Alfonso II il Casto (789 – 842 d.C.) ordinò di costruire una chiesa sopra il cimitero (compositum), che poi sarebbe diventata l’attuale Cattedrale di Santiago di Compostela (da qui il nome San Giacomo del compositum).
La seconda ipotesi è che derivi da Campos Tellum (terreno di sepoltura).
Altri invece sostengono che la parola Compostela provenga dal latino “campus stellae”, dovuto alle luci che si vedevano sopra il cimitero (una spiegazione potrebbe essere quella del fuoco fatuo).
Dopo la costruzione del tempio iniziale, i monaci benedettini nell’893 d.C. fissarono lì la loro residenza, favorendo i primi pellegrinaggi alla tomba dell’apostolo, inizialmente dalle terre circostanti della Galizia e poi da tutta Europa.
La città di Santiago di Compostela fu distrutta nel 997 d.C. dall’esercito musulmano di Almanzor.
Dopo la sua ricostruzione il vescovo Diego Xelmírez (1070 – 1149 d.C. circa) iniziò la trasformazione della città in luogo di culto e pellegrinaggio, espandendo la costruzione della Cattedrale, iniziata nel1075, ed arricchendola con numerose reliquie.
La scoperta della tomba dell’Apostolo apportò al Re delle Asturie il beneficio di riunire tutte le sue terre in un solo regno, sotto la protezione speciale dell’Apostolo e la cristianizzazione dell’antica via che porta a Finisterre (anticamente attraversata da popoli di origine celtica).
Attualmente “Santiago il Maggiore” è patrono di Spagna e di numerose cittadine, e il 25 di luglio si celebrano feste in suo onore, specialmente nella stessa Santiago.
La gamma Peregrine di Saucony si amplia con tre modelli ancora più veloci e leggeri per offrire la migliore esperienza di corsa off road
Le tre versioni dell’iconica scarpa da trail running sono studiate per correre off road in qualunque condizione meteo e del terreno: Peregrine 13 per corse rapide e scattanti su sterrati; Peregrine 13 ST per terreni morbidi e fangosi; Peregrine 13 GTX per una protezione impermeabile.
Peregrine 13
È pensata per chi vive il fuori strada in velocità e leggerezza. Dotata di un’intersuola in schiuma PWRRun e soletta PWRRun+, il modello offre massimo comfort e protezione sotto i piedi pur mantenendo la calzatura leggera e perfettamente dinamica. Estrema protezione e massima tenuta sono date dalla suola in PWRTtrac, specifica per il trail running, con tasselli da 5 mm, che offrono una trazione eccezionale, un grip di precisione e una durata maggiore su terreni irregolari. Il rock plate tra suola e intersuola fornisce inoltre una protezione aggiuntiva su qualsiasi tipologia di superficie. L’aggiornamento della tomaia infine garantisce una calzata avvolgente e sicura mentre il mesh traspirante – ma protettivo – si rivela una scelta valida anche per le giornate più calde. Un anello a D sulla tomaia consente la compatibilità con le ghette.
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Peregrine 13 ST
ST sta per Soft Terrain: il modello è ideale per affrontare fango e terreni morbidi. Oltre all’intersuola in schiuma PWRRun e la soletta in PWRRun+, questa versione si caratterizza per i tasselli da 6,5 mm: le nuove scanalature profonde e aggressive, affondano senza difficoltà nella terra umida e garantiscono massimo grip ed estrema protezione contro rocce e asperità del terreno. Il profilo rialzato della tomaia e la ghetta incorporata alla caviglia inoltre schermano sapientemente il piede dai detriti.
Il gruppo F.lli Campagnolo dona 1000 euro ai suoi dipendenti per i positivi risultati raggiunti nel 2022, mettendo ancora una volta al centro delle proprie strategie la risorsa più importante, ovvero quella umana.
Il premio
La qualità di vita dei dipendenti è uno dei focus del gruppo F.lli Campagnolo: l’obiettivo è di sostenerla e migliorarla, aiutandoli ad affrontare le difficoltà e i continui aumenti nei costi imposti ieri dalla pandemia e oggi dalla crisi energetica.
Gli ultimi interventi dell’azienda – che dal 1948 produce abbigliamento sportivo, per il tempo libero, per bambini e homewear attraverso i brand CMP, Melby, Maryplaid e FC F.lli Campagnolo – vanno esattamente in questa direzione. Infatti, come già accaduto lo scorso febbraio, in occasione di Natale 2022 gli oltre 570 dipendenti F.lli Campagnolo hanno ricevuto un premio straordinario di 1000 euro ciascuno. Questo, come ringraziamento per il conseguimento dei risultati raggiunti dal gruppo durante l’anno. Il regalo, stabilito in accordo con i sindacati, vuole incentivare una chiusura positiva nell’ultima parte dell’anno. Andrà ad aggiungersi alla Tredicesima e permetterà quindi di ricevere un assegno di fine anno sostanzioso.
Il brand veneto CMP del Gruppo Campagnolo conquista la Germania e i rivenditori tedeschi con la nomina a top-selling brand nell’abbigliamento outdoor.
Lo studio condotto da TextilWirtschaft
CMP torna vincitore da ISPO 2022: da Monaco rientra con importanti conferme dal settore retail. Secondo uno studio della rivista TextilWirtschaft, CMP è infatti il top-selling brand per i rivenditori tedeschi. È primo anche in termini di puntualità delle consegne e margini di profitto.
Marchio sportswear del Gruppo Fratelli Campagnolo, continua il suo percorso di crescita dopo la positiva chiusura registrata nel 2021, quando ha chiuso con 193 milioni di fatturato aggregato.
Lo studio effettuato dalla rivista tedesca è fresco di pubblicazione e ha coinvolto 26 aziende appartenenti al settore dell’abbigliamento outdoor. CMP è risultato il brand top-selling per i rivenditori tedeschi.
Oltre a questo primato assoluto, CMP si attesta terzo brand nel ranking generale di gradimento grazie al piazzamento positivo anche nelle categorie qualità del prodotto e correttezza nella partnership.
Fabio Campagnolo, CEO della veneta F.lli Campagnolo S.p.A., ha ricevuto il Premio EY L’Imprenditore dell’Anno nella categoria Fashion & Design.Un riconoscimento ottenuto grazie all’impegno profuso nel portare l’eccellenza italiana all’estero, mantenendo un costante legame con la tradizione e il territorio, accompagnata da una forte spinta innovativa nel design, nella produzione e nella commercializzazione dei propri prodotti.
Fabio Campagnolo nasce a Bassano del Grappa nel 1968 e cresce in un clima di impresa familiare. Nel 1992 si laurea in Economia Aziendale presso l’Università Bocconi di Milano, con una tesi di laurea sulle imprese familiari. Subito dopo la laurea fa il suo ingresso in azienda a fianco del padre Giorgio. Ha contribuito a trasformare la F.lli Campagnolo da azienda incentrata sulla produzione, ad azienda focalizzata sulla crescita dei propri marchi: CMP (sportswear), Melby e Nucleo (abbigliamento per bambini), Maryplaid e FC F.lli Campagnolo.
Oggi Fabio è Amministratore Delegato dell’azienda F.lli Campagnolo e, assieme alle sorelle Michela e Maria Pia, è alla guida di un gruppo che vanta oltre 50 negozi di proprietà e un fatturato aggregato di 193 milioni di euro (anno 2021).
“Questo premio è un riconoscimento importante al lavoro di tante persone. Questa azienda non sarebbe quello che oggi è senza le intuizioni imprenditoriali dei miei genitori, che hanno dedicato una vita a fare crescere e prosperare la F.lli Campagnolo, e senza l’impegno e la passione profusi da tutti i collaboratori. Sono orgoglioso che, assieme alle mie sorelle e a mia moglie, noi della terza generazione siamo riusciti a continuare nello sviluppo dell’azienda, portando idee, professionalità e voglia di crescere ed innovare. – afferma Fabio Campagnolo – Ci attendono sfide importanti, che con umiltà e costanza sapremo affrontare, rimanendo un
Da solo venerdì a intera settimana: che cos’è il Black Friday? Da dove viene l’usanza e qual è la sua origine? Perché deve per forza essere nero?
Come è accaduto anche l’anno scorso, a causa della pandemia da CoViD-19, anche il Black Friday si è adeguato e si svolge quasi esclusivamente online. Quest’anno il giorno fatidico sarebbe il 26 novembre, ma, a dire il vero, gli sconti a portata di smarthpone sono già partiti: da tempo, infatti, il Black Friday si è trasformato in tutto il mondo nella settimana del Black Friday.
MADE IN USA. La tradizione americana vuole che questo venerdì così particolare arrivi all’indomani del Giorno del Ringraziamento (Thanksgiving Day), festa che negli USA si celebra il quarto giovedì di novembre. La sua oriigne è fatta risalire al 1621, quando nella città di Plymouth, nel Massachusetts, i padri pellegrini si riunirono per ringraziare Dio del buon raccolto. Quasi quattro secoli dopo, negli anni Sessanta, i negozianti presero l’abitudine di proporre sconti speciali per incentivare lo shopping e dare il via alle spese natalizie.
PERCHÉ NERO? La traduzione in italiano ha un significato del tutto diverso, ed ecco perché non si usa “venerdì nero”, ma quanto al black è così perché all’epoca i registri contabili dei negozianti si compilavano a penna, usando inchiostro rosso per i conti in perdita e nero per i conti in attivo. E nel venerdì dopo il Ringraziamento, grazie alle promozioni, i conti finivano sempre decisamente in nero.